22 settembre 2014

Adeguamento ISTAT


Immobili commerciali e abitazioni
Ogni contratto di locazione degli immobili, è soggetto al cosiddetto adeguamento Istat. Si tratta in pratica di un calcolo che viene fatto ogni anno dall’istituto nazionale delle statistiche, per verificare i cambiamenti sul costo della vita.
Essendo un dato che riguarda tutti i campi relativi al costo della vita, l’adeguamento Istat va a considerare anche l’ambito della locazione e degli affitti, oltre a quello degli altri costi come quello dei medicinali, dei generi alimentari e di altri prodotti di consumo.
Tale adeguamento dunque è relativo a tutti i beni che sono tassati da leggi e decreti previsti dai governi in carica nel corso delle varie legislature. Ogni manovra finanziaria, in pratica, può incidere sui costi della vita e dunque portare ad un nuovo adeguamento Istat, a discapito del consumatore che vede così aumentare il prezzo dei beni tassati.
Nei contratti di affitto, l’adeguamento Istat incide in maniera significativa: è un indice che al momento della stipula del contratto deve essere preso in forte considerazione, poiché va addizionato al canone mensile e dunque partecipa a determinare il valore dell’affitto da pagare al padrone di casa.
Quando un canone di affitto è di tipo concordato, la cifra è presente come richiesta retroattiva, mentre in altri contratti (vedi contratto libero) viene considerato come un aumento automatico cui deve far fronte l’inquilino che ha affittato casa.
Per gli immobili commerciali l’aumento del canone di locazione dovuto all’adeguamento Istat non può per legge aumentare ogni anno di una cifra che superi il 75% dell’indice FOI utilizzato per calcolarne il valore.
Gli aumenti del canone mensile possono essere superiori a quelli previsti dagli obblighi di legge, ma solo se giustificati da determinate situazione. Stesso discorso per i contratti che hanno una durata maggiore rispetto a quella prevista dai termini del contratto libero, che possono dunque avere una maggiorazione che segue regole diverse e stabilite comunque da entrambi i firmatari del contratto.
Nel caso di contratti di immobili destinati ad uso abitativo, e non dunque commerciale, l’adeguamento Istat è abbastanza libero, purchè i termini siano specificati sempre e comunque all’interno del contratto stesso.
L’aumento del canone di affitto di una abitazione può invece arrivare anche al 100% il valore dell’indice FOI, anche se di norma ci si aggira sempre intorno allo stesso valore previsto dai locali ad uso commerciale.
Fonte: web
22-09-2014

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