15 ottobre 2014

TASI addio?

Sembra che il governo questa volta faccia proprio sul serio, almeno sembra lo voglia far pensare quando comunica voler semplificare cambiare abolire e comunque sistemare.
La Tasi invece di semplificare tutta la tassazione sulla casa l'ha ulteriormente complicata; ancora oggi, ad un giorno dalla scadenza prevista, molti proprietari sono ancora “in alto mare”, i commercialisti ed i vari professionisti interpellati cercano di tranquillizzare tutti ma sembra tanto di essere incappati nella “solita” giungla burocratica: ogni comune ha una sua linea, una sua aliquota, una sua condotta per le detrazioni.
I proprietari di più immobili che si trovano in diversi comuni devono imbattersi con le delibere di ogni comune ove insiste la proprietà, detrazioni se ci sono, tassi differenti.
Altra cosa gli inquilini, a loro è riservata una piccola percentuale di Tasi da pagare; la cosa “buffa” è che la maggior parte dei conduttori non sa nemmeno che è da loro dovuta, troveranno quindi delle magre sorprese all’arrivo della mora tra un po’ di tempo.
La soluzione è la creazione di una "tassa unica" che unisca l'imposta sui servizi indivisibili e l'imu.
Varie le ipotesi sul tavolo del governo: dall'introduzione di detrazioni standard sulla prima casa alla cancellazione dell'etichetta tasi, tutte però dovrebbero avere come obiettivo rendere la vita più facile al contribuente.
Su questo progetto arriva il plauso, con riserva,  delle associazioni di categoria.
Una tra le varie ipotesi del momento è la cancellazione della tasi (qui ci vorrebbe un bel commento) ed il ritorno in primo piano dell’IMU con una aliquota unica, una aliquota standard del 2,5 per mille
I comuni avrebbero la facoltà di aumentarla di un punto o di abbassarla fino ad azzerarla.
Questo dovrebbe dare un maggior ordine alla giungla dell'imposizione attuale, con strani incroci tra IMU e TASI.
Rimane sempre qualche difetto, come in ogni legge fatta in fretta e furia: quello di innalzare le aliquote a seconda di ciò che ogni comune decide per conto proprio e quello, molto più problematico, la variabilità delle detrazioni affidata ad ogni comune; ritorneremmo quindi alla solita giungla anche se solo con una tassa, tassa che avrebbe dovuto semplificarci la vita da contribuente.
L’ideale è che ci sia il ritorno alle detrazioni fissate a livello nazionale: 200 euro più 50 euro per ogni figlio con un tetto massimo di detrazione di 400 euro (o meglio di più?..) e comunque al massimo due sole scadenze annuali.
Staremo a vedere cosa succederà prossimamente.
Articolo visto sul web
15-10-2014

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Confermata retroattività stop pignoramenti

Confermando l'interpretazione originaria di equitalia - favorevole all'applicazione retroattiva delle norme del decreto del fare - la cassazione ha confermato che lo stop ai pignoramenti dell'abitazione principale si riferisce anche a quelli iniziati prima del 21 agosto 2013, data di entrata in vigore della legge 69/2013
Iter del provvedimento
il decreto legge 69/2013 approvato dal governo letta ha stabilito che l'abitazione principale del debitore - se a destinazione catastale abitativa, immobile non di lusso e unico immobile posseduto- non può essere pignorata.
Il decreto del fare,  stabilisce che in ogni caso non si possa procedere all'espropriazione forzata se il debito non ammonta almeno a 120mila euro e se l'ipoteca non è stata iscritta almeno sei mesi prima senza che il debito sia stato estinto.
Inoltre prevede che prima che un bene possa essere messo in vendita devono trascorrere 200 e non 120 giorni.
In ogni caso i beni utilizzati dal debitore per il proprio lavoro possono essere pignorati solo con specifiche limitazioni.
Con la direttiva del 1 luglio 2013, aveva proposto l'interpretazione secondo cui la norma si applicasse anche per i pignoramenti già avvenuti.
Per questa ragione aveva invitato le società del gruppo a sospendere le azione esecutive in attesa di futuri chiarimenti.
Il 7 maggio 2014, però, in risposta a un'interrogazione parlamentare il mef aveva precisato che la norma si applicava solo a partire dal 22 giugno 2013 e non ai pignoramenti precedenti.
Per questa ragione si dava ripresa alle attività esecutive.
La sentenza della cassazione
con la sentenza 19270, la suprema corte ha nella sostanza confermato la prima interpretazione di equitalia.
La modifica del decreto del fare si applica anche sui procedimenti in corso al 21 agosto 2013, non ancora conclusi.
Per questa ragione, il vincolo di indisponibilità dell'immobile deve essere cancellato  su ordine del giudice o su iniziativa dell'agente della riscossione. Nella causa in discussione, è da segnalare che la società di equitalia aveva già provveduto spontaneamente a cancellare il pignoramento, chiedendo la cessazione della materia del contendere.
Fonte: idealista.it

15-10-2014

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