Negli
ultimi anni il ricorso all’affitto è molto aumentato nel nostro paese non è
solo a causa della crisi delle compravendite. Il crescente utilizzo dei
contratti a canone concordato, associato alla cedolare secca al 10% (molto
apprezzata dai proprietari), ha permesso il recupero di una significativa quota
di “sommerso”. Risparmio sul canone di affitto per gli inquilini, risparmio
fiscale per i proprietari: questi gli ingredienti che hanno decretato il
successo dei contratti 3+2. Successo abbastanza diffuso in molte province.
Oltre
1 contratto di affitto su 2 a canone concordato
Per
il settore abitativo tra i contratti di
affitto più diffusi ci sono ormai quelli a canone agevolato.
Su
un campione di agenzie intervistato a proposito della diffusione delle forme
contrattuali a canone concordato, arriva
infatti a superare di poco il 50% la quota di affitti residenziali per i quali
le parti si sono attenute a quanto previsto nell’accordo territoriale
per la locazione abitativa agevolata del proprio Comune.
Una
percentuale probabilmente destinata ad aumentare.
Facile
infatti pensare che le associazioni di categoria di proprietari e inquilini
presenti nei Comuni ove gli accordi territoriali sono più datati, visti i
consistenti sgravi fiscali che questa forma contrattuale permette, si attivino
nel prossimo futuro per aggiornare i
valori del canone concordato per la propria città, adeguandoli ai livelli di
mercato attuali.
Ancora
in vaste aree del paese, infatti, le locazioni concordate si devono basare su
canoni il cui importo è stato fissato a fine anni Novanta o inizio anni
Duemila: quotazioni ormai fuori mercato, talmente basse che nessuna
agevolazione fiscale potrà mai rendere appetibili per un locatore.
Molti
Comuni si sono adeguati proprio negli ultimi due anni, proprio per questa
ragione. I casi più eclatanti? Milano e
Napoli, i cui accordi territoriali erano fermi al 1999, prima del rinnovo del
2015.
Va
inoltre detto che la rilevazione si riferisce ad agenzie specializzate nella
locazione, capaci quindi di fornire la giusta consulenza sulla formula
contrattuale più vantaggiosa ai propri clienti conduttori e locatori.
Facile
comprendere che lo stesso know how sulla
fiscalità del settore non sia altrettanto diffuso per le transazioni
gestite dai privati con il “fai da te”.
Evidente
quindi che, man mano che il pubblico
acquisirà maggiore conoscenza dei vantaggi fiscali che comporta il ricorso al
canone concordato, il numero di affitti che verranno stipulati con
contratto agevolato progressivamente crescerà.
Imposizione
fiscale al 10%, niente imposta di registro e di bollo, IMU ridotta del 25%
queste sono le percentuali sulle quali riflettere.
La
domanda ora potrebbe essere: quanto
vale il canone concordato per la casa che voglio affittare? La risposta esatta
la potrà dare un agente immobiliare serio e competente.
Fatto
il conteggio, sorge il dubbio più
importante per il proprietario: ci guadagno a usare un contratto a canone
concordato o no?
I
calcoli vanno fatti caso per caso, perché molte sono le variabili in gioco.
C’entrano
le aliquote IMU stabilite a livello locale, che possono differenziarsi per i
contratti a canone concordato e, in questo, dare slancio alla convenienza
fiscale per il locatore.
Soprattutto,
però, incide l’adeguatezza dei valori
del canone concordato rispetto ai rispettivi valori di canone di mercato.
A
parità di immobile, valori dell’accordo territoriale stabiliti dalle
associazioni di categoria troppo al di sotto delle quotazioni dei contratti
liberi rischiano di vanificare la convenienza per i proprietari, che
preferiranno il classico 4+4.
Invece,
canoni abbastanza in linea con quelli
di mercato garantiscono una diffusione capillare di questa forma contrattuale,
perché il vantaggio fiscale per i proprietari compensa il minor canone e, al
contempo, l’inquilino – pur non di molto – risparmia. Si veda il caso delle
città dell’Emilia Romagna, dove gli accordi territoriali stipulati secondo la
Legge 431/1998 sono molto aderenti ai valori di mercato e, per questo, molto
utilizzati.
Al
netto di una buona rispondenza delle tariffe dell’affitto concordato rispetto a
quello al libero mercato, è la parte fiscale che ha il peso maggiore. Perchè la
questione, alla fine dei conti, è sempre: quanto risparmio di tasse con un contratto 3+2 con cedolare secca?
Ci
sono alcuni elementi di indiscutibile
vantaggio, in particolare se viene associato al contratto a canone
concordato (come forma contrattuale) la cedolare secca (come regime fiscale a
cui assoggettare il reddito da locazione).
In
questo caso, infatti, il proprietario gode
di:
•
Cedolare secca con aliquota agevolata del 10%, anziché con quella ordinaria del
21% (aliquota
che, invece, va applicata a tutti i contratti abitativi diversi da 3+2 e a
studenti universitari fuori sede, così come a qualsiasi contratto di affitto
abitativo stipulato in una città che non rientra nell’elenco del CIPE dei
Comuni ad alta tensione abitativa)
•
Imposta di registro per la prima annualità e per le annualità successive non
dovuta
•
Imposta di bollo non dovuta
•
Aliquota IMU ridotta del 25% rispetto a quella prevista per gli immobili locati senza il ricorso al
canone concordato. Se, quindi, il Comune in oggetto già prevedeva un’aliquota
ridotta per i contratti a canone concordato rispetto a quella prevista per gli
altri immobili locati, è su questa aliquota già scontata che si applica
l’ulteriore sconto del 25%. Questo ulteriore vantaggio è stato introdotto con
la Legge di Stabilità approvata lo scorso dicembre scorso.
Unico
svantaggio significativo: non poter effettuare, anno per anno, l’aggiornamento
Istat del canone di locazione, tra l’altro in misura non superiore al 75% dell’indice Istat F.O.I.
quando ci si avvale di contratto concordato.
È
una grossa perdita? Negli ultimi anni decisamente no, dato che con l’inflazione
bassa degli ultimi anni l’aggiornamento Istat risulta piuttosto esiguo. Da
valutare inoltre che, dato che la durata contrattuale media per gli affitti
abitativi si aggira attorno ai due anni nel nostro paese, la probabilità di
poter incrementare considerevolmente il canone di locazione è molto ridotta.
Fonte: web
18-06-2016
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